In questi ultimi mesi il Comitato Belluno Autonoma – Dolomiti Regione ha fatto un grandissimo lavoro sul territorio raccogliendo ben 17,500 firme su una popolazione maggiorenne di 180 mila abitanti. Con il 10% della popolazione alle spalle il comitato ha ottenuto ieri, 11 Gennaio 2011, l’appoggio del consiglio provinciale bellunese per una consultazione referendaria a riguardo.
Come già espresso direttamente ad alcuni esponenti del Comitato Belluno Autonoma che sono nostri simpatizzanti, i bellunesi hanno tutta la mia solidarietà per il loro tentativo di migliorare la loro posizione all’interno dello stato italiano. Il mio punto di vista è “si salvi chi può”. I bellunesi hanno un senso identitario veneto radicato da anche prima della Serenissima, e non sono certo dei confini amministrativi italiani a definire chi è veneto e chi no. Io rifiuto la mentalità di stampo leghista che si basa sul motto “o tutti o nessuno”. Questa mentalità ha privato la possibilità dell’autonomia al Veneto (e a suo tempo l’opportunità c’era) perché o tutta la “Padania” o niente. Noi non siamo di proprietà dello stato italiano, e i bellunesi non sono proprietà della Regione Veneto. I bellunesi hanno tutto il diritto e il mio appoggio a richiedere più autonomia, e loro ben sanno che in un Veneto Stato indipendente le comunità del bellunese godranno della massima autonomia fiscale e amministrativa, come lo è stato in passato.
Detto questo sottolineo anche che il percorso intrappreso da Belluno Autonoma – Dolomiti Regione è totalmente perdente perché porta a un vicolo cieco. Dopo l’approvazione del consiglio provinciale avranno anche il permesso da Roma di fare un referendum CONSULTIVO che sicuramente otterrà percentuali vertiginose. Dopodiché, come già successo nei referendum del portogruarese, il parlamento italiano non concederà mai tale autonomia. Questo semplicemente perché costerebbe alle casse romane qualche miliardo di euro a favore di Belluno. Costerebbe anche centinaia di milioni alle casse della Regione Veneto, e ciò spiega l’illiberale contrarietà di Zaia, e di Galan prima di lui.
Non ci sarà nessuna ritorsione politica per la partitocrazia romana a dire di no a più autonomia bellunese. Mentre i rappresentanti locali della partitocrazia italiana (Lega, PDL, PD…) hanno appoggiato questo referendum, i loro padroni in parlamento romano voteranno tranquillamente contro.
Anche se la proposta Belluno Autonoma (in Dolomiti, in Veneto, da sola) sarà una sconfitta, lo sforzo fatto per questa iniziativa risulterà vincente. Un’intera provincia si renderà conto che un decentramento amministrativo e di risorse non verrà mai concesso dallo stato italiano. Invece secondo il percorso democratico e legale tutelato dalla comunità internazionale, basta avere una maggioranza locale per prendersi direttamente la completa indipendenza. E’ un obiettivo più ambizioso, ma paradossalmente è anche più realistico. Per questo ci tengo a ringraziare il duro lavoro dei bellunesi perché questa iniziativa finirà per accelerare il consenso indipendentista nelle montagne venete. Vi aspettiamo a braccia aperte.
Lodovico Pizzati
Segretario – Veneto Stato
forsa fradei de belun e fradei ladini,bona fortuna!
Forza! E con il vostro esempio si deve muovere l’intero Veneto!
Ti co nu, nu co ti! Forsa fràdei, semo tuti soto a stesa bandiera!
Splendido articolo, pieno di considerazioni puntuali e precise, specialmente nella parte in cui rileva i fortissimi limiti dell’impostazione leghista, all’origine di tutti i fallimenti autonomisti/federalisti del Carroccio.
Speriamo che i Bellunesi comprendano che la strada realmente decisiva è la richiesta di indipendenza. In ogni caso, complimenti a loro per la determinazione.
Ma prima che 300 000 bellunesi decidano di non essere più veneti non sarebbe meglio convincere 5 milioni di veneti a non essere italiani??? A meno che voi di Venetostato non vogliate fare un veneto indipendente ma con una provincia in meno….
Non far parte della regione veneto non vuol dire non essere veneti. Piuttosto noto che molti si preoccupano come se nello stato italiano dare lo statuto speciale a Belluno sia una cosa fattibile solo perche’ ha consenso popolare.
Questo lo trovo preoccupante perche’ vuol dire che c’e’ ancora gente che sotto sotto crede che la via autonomista o federalista (quello vero, e non “facciamo una riforma della spesa pubblica e la chiamiamo ‘federalismo’ “) sia realizzabile.
Lodovico, senza offesa, ma ancora la maggioranza dei veneti crede nel federalismo, speriamo ancora per poco…
scusate la breve interruzione di servizio in stile “dove sei?” (Portobello docet), ma avrei piacere di sapere se l’ Alessandro Storti che scrive è lo stesso che conosco io. Se si, avrei piacere mi contattasse alla mia e-mail dsacco@fdv.marr.it oppure sd.davide@libero.it…. scusate ma è importante.
Se Belluno si staccherà dal Veneto avrà gli stessi privilegi riservati a Bolzano, e per questo non desidererà più un Veneto indipendente…vi assicuro che se lascierete Belluno staccarsi non tornerà mai più…
Io mi auguro tanto che lei abbia ragione signor Pizzati
Purtroppo qui siamo troppo ottimisti, il BARD e i bellunesi in generale danno tutte le colpe dei loro problemi, non tanto all’italia quanto ai veneti di pianura. In pratica sono contro di noi e non contro l’italia.
Il BARD guarda all’italia, sventola tricolore, vuole diventare come bolzano, una provincia coccolata dall’italia (a nostre spese) non gli interessa nulla di uno stato veneto.
Secondo me stiamo meno a puntare su uno stato veneto SENZA belluno, quelli non ci vogliono, ci ODIANO !!