Al Maggior Consiglio di domenica 23 ottobre all’hotel Viest di Vicenza verrà decisa la fiducia alla mia carica di segretario di Veneto Stato. Preparerò un resoconto del mio ruolo svolto nel successo ottenuto da Veneto Stato in questo primo anno di attività.
Prima però credo sia opportuno far conoscere ai soci e simpatizzanti chi sono io e come sono diventato un indipendentista veneto.
Non ho molta memoria di essere altro che indipendentista perché sono cresciuto con la primissima Liga Veneta in casa ancora prima di sapere cosa fosse uno stato e una nazione. All’età di 6 anni difatti mio padre correva nella primissimo appuntamento elettorale della Liga Veneta diventando nel 1980 consigliere comunale del mio comune di nascita, Valdagno. Ho pochi ricordi di quel primo anno, a parte le riunioni politiche che mio padre ospitava attorno al tavolone rotondo del salotto di casa. Sono cresciuto con il contrasto di quello che la maestra insegnava a scuola e quello che sentivo a cena (o urlato di fronte al telegiornale). “Sotto l’Italia, sotto l’Austria, sotto la Francia, sempre sotto qualcuno. Bisogna cambiare questa mentalità di essere sempre sotto qualcun altro!” erano i discorsi che assorbivo ancora prima di avere le necessarie nozioni di storia. Ora ci sono diversi bambini che crescono con i genitori indipendentisti e il gonfalone di San Marco in mano, ma durante i mondiali di calcio del 1982 credo fossero proprio pochi i focolari dove non si tifava Italia, e apprezzare il leone di San Marco mentre per strada scorreva una bolgia di tricolori era piuttosto anomalo. Così mi sono formato, ogni giorno a tavola di fronte al piron, al sculiero e al goto, prendendo coscienza del fatto che per strada non si sentiva parlare la lingua dei cartoni animati, come mai? Le domande mi portavano a risposte.
Nella primavera 1990 incomincio a fare militanza politica attiva. Ben 21 anni fa, all’età di sedici anni facevo volantinaggio per le piazze e i mercati del vicentino per Veneto Autonomo, il partito di Umberto Vecchiato di Borgoricco. Ricordo Thiene, Chiampo, Camisano, Bassano, Castelgomberto e i dibattiti con gli anziani con il cappello da alpino in testa, ma anche il brainstorming la sera per trovare slogan nuovi, e la colla micidiale che si usava per cementificare i manifesti sui muri. Subito dopo però mi sradico dal Veneto per andare a fare un anno di superiori all’estero. Sogno la California, ma lasciando i genitori a Valdagno le mie scelte scolastiche erano limitate al collegio, costoso tralaltro, ma preferisco investire l’eredità appena lasciatami da mio nonno materno per studiare anziché comprarmi una moto 125 come i miei coetanei. Dopo l’anno in collegio, scelgo di restare in California e iscrivermi all’università, vicino a San Francisco. Finisco la laurea in economia in tre anni per risparmiare sulla retta, che mi pago indebitandomi con le carte di credito di un’America già propensa al debito facile, e complementando lo studio lavorando 25 ore alla settimana. Ottengo poi un permesso di lavoro di un anno, e nel 1994 mi ritrovo con la cravatta in ufficio dalle 9 alle 18, e con il grembiule dalle 20 a mezzanotte dietro il bancone del caffè vicino casa. Incredibile l’energia che si ha a 21 anni, ma mancavano le sicurezze. Il mio permesso di lavoro finiva, e tornare a Valdagno con i genitori in via di separazione non era un’opzione. La decisione di continuare gli studi era quasi obbligata per restare in USA, e riuscii a venire ammesso al dottorato di ricerca di Georgetown con borsa di studio.
Le mie radici venete sembravano ormai appartenere al passato remoto, ma nel 1997 l’azione dei Serenissimi mi risvegliò un qualcosa dentro di me. Se questi erano disposti a fare un sacrificio così, allora forse anch’io potevo fare da oltreoceano qualcosina per la mia piccola patria. Conobbi quell’estate Mauro Campigotto, allora presidente di Raixe Venete, che mi convinse ancora di più. Così tornato a Washington nel 1998 nacque nella sala computer del dipartimento di economia di Georgetown il sito web Veneto.org, il primo sito in lingua veneta (battuto di poco tempo sitoveneto.com). Il mio interesse per il web mi diede anche l’opportunità di entrare alla Banca Mondiale in quel periodo quando giovani ventenni che sapevano un po’ di html erano considerati dei mostri sacri. Il lavoro per la Banca Mondiale era intenso, e viaggiando per lavoro in paesi che avevano appena ottenuto l’indipendenza mi faceva sognare un simile futuro per il Veneto. Il lavoro di economista mi diede soddisfazioni espresse in diverse pubblicazioni tra cui:
Ma le maggiori soddisfazioni di quel periodo le ho avute però in ambito familiare sposandomi a 25 anni e avendo poi tre bambini. Il fatto di avere figli è stato il fattore cruciale per il mio ritorno in Veneto. Con la moglie americana l’unica maniera per trasmettere parte di me e di quello che sono ai miei figli era di immergerli per almeno parte della loro infanzia nello stesso ambiente in cui io ero cresciuto. E quale posto meglio di Venezia? Il primo contratto con Ca’ Foscari l’ho avuto nel 2006, e da allora ho insegnato diversi corsi di economia nella nostra capitale, mentre i figli frequentano asilo, elementari e medie tra le calli veneziane. Il ritorno in Veneto ha anche causato un cambiamento nel mio costante impegno per la causa veneta. Fino a pochi anni fa ero concentrato su attività culturali, tipo nella produzione del primo cartone animato in veneto, Clifford, oppure nel vocabolario Veneto-Inglese:
Ma tornare in Veneto mi ha fatto scattare un dovere civico di assumere un impegno politico per l’indipendenza. L’exploit non culturale ma più politico-economico l’ho fatto durante la presentazione del 2008 organizzata da iVeneti:
incorporato da Embedded Video
YouTube Direkt
Riguardandolo ora molti contenuti di quei video sono ormai datati, ma al tempo credo di aver aggiunto un inedito taglio economico alla causa indipendentista che andava ben oltre l’aritmetica del disavanzo fiscale. Ormai lo sbocco in un impegno politico non riuscivo più a trattenerlo. Era ormai un decennio che auspicavo che le forze autonomiste venete prendessero il coraggio per intrapprendere un percorso apertamente indipendentista. Avevo votato solo un paio di volte, Liga Veneta Repubblica nel 1999, e PNE nel 2006, ma mi mancava quel partito che mi calzava a pennello. I tempi erano maturi per avere un partito dichiaratamente indipendentista senza esitare, ma i partiti autonomisti non parevano voler fare questo salto. Così, quasi per sfida nacque il PNV, che all’inizio era poco più di un blog, ma era esattamente quello che cercavo e mi sono iscritto. Il mio primo partito era anche il partito più piccolo dell’universo, ma non importava perché gli ingredienti erano quelli giusti, il percorso verso l’indipendenza era la proposta più coerente nel desolante panorama politico veneto. Con il Partito Nasional Veneto abbiamo rotto tanti tabù che andavano rotti sulla legalità dell’indipendenza. E’ stato quel motorino necessario per poi fondersi con le altre forze politiche venete sotto un unico progetto indipendentista veneto, che è Veneto Stato.
Credo che prima di valutare il mio operato come primo segretario di Veneto Stato era necessario presentarvi un po’ più informazioni di quello che solitamente lascio trasparire su chi sono io e perché sono indipendentista.
Lodovico Pizzati
Segretario – Veneto Stato
bea storia, me spiase de non averghene anca mi una cussì piena de aria de Indipedensa e lo digo sincermante.
Ma tutto sto movimento per restare sull’onda, co la paura che qualche altro ciàpa el posto de n’altro non lo capisso.
Neanca mi pel mio stipendio per fasso in 4 cussì.
Pare quasi che semo in campagna elettorale.
Lo digo a tutti, ma cossa xè drio succedere?
Ai comuni mortali sta roba spussa e no poco.
Spero de sbagliarme, ma fra 3 anni se savaremo dire se ghè gera o no malafede drio tutto questo.
Magari anca no!!!!
Vedaremo!!!!
WSM
Xe vero Luciano, ghe xe on fia’ de clima de canpagna eletorale.
Da parte mia go ciapa’ seriamente sto inpegno che go tolto par do ani, rinunciando anca a oportunita’ de laoro (oltre che al tenpo co la fameja). Anca par cuesto ghe tegno a concludere el me laoro, specie parche’ credo de ver laora’ ben.
e aeora che paura gheto? Se te ghe laora ben te vedarè che teo riconosaremo, se no sarà da stimoeo par laorare ancora mejo par la causa a cui te dixi de tegnerghe tanto. bon laoro
Sono un elettore di Veneto Stato, non essendo socio non ho voce in capitolo nel rinnovo delle cariche di VS, tuttavia voglio esprimere il mio personale endorsement alla candidatura di Pizzati.
Il mio primo contatto con le idee di un Veneto indipendente le ho avute tramite il web con la proposta politica di Pnv, successivamente alle elezioni regionali del 2010 con la nascita di VS ho scelto di votare questo partito.
Da sempre tutti i movimenti autonomisti veneti, sono rappresentati dai media come gruppi di trogloditi, fuori dalla storia e dal mondo civile: la solita cantilena è che i Veneti sono egoisti ed opportunisti, appena possono scaricano i loro rifiuti al sud e poi non vogliono contribuire al benessere dell’Italia. A questa propaganda molti veneti italiotizzati ci credono e non perdono occasione per criticare ogni espressione di storia e cultura veneta.
L’attuale classe politica italiota ha i giorni contati, il motivo è che la crisi economica produce esigenze e bisogni differenti anche in termini politici: ora il grasso che cola è sempre meno, l’attenzione del cittadino è sempre maggiore, si esigono politici preparati con proposte reali ed affidabili, slogan e demagogia ripetitiva hanno le ore contate.
Pizzati rappresenta e può rappresentare un movimento con gente preparata, professionale che propone cose concrete e realizzabili, difficilmente criticabile sul piano della demagogia e degli slogan, oltretutto il principale competitor elettorale, la Lega Nord, attualmente predilige alla dirigenza soggetti con bassa istruzione e senza programma e progetti.
Non so se Pizzati è un leader che riesce a produrre carisma, ma al momento è fondamentale non perdere la sfida con i media, perché anche se duole, viviamo in mondo ed in una società che predilige la forma sulla sostanza.
Un VS rappresentato da una persona così, porta un vento di freschezza sulla scena politica veneta e nazionale, i cui sviluppi attualmente non sono prevedibili.
La Scozia insegna, un altro mondo è possibile.
[…] riuniti a Treviso per costituire il comitato elettorale a sostegno del segretario Lodovico Pizzati (da qui si può leggere la sua biografia). L’obiettivo del comitato è informare tutti i soci di Veneto Stato in previsione del voto di […]
@Gianluca Valente: la me paura no xe su la fiducia che i soci i ga su de mi. So de averla. La me preocupasion xe sule regole tutora non condivixe, el voler considerarme decaduo e la mancansa de ciaresa sui soci amesi al voto.
@ Luciano
io non trovo niente di negativo in questa corsa interna molto sentita per l’elezione alle cariche dirigenziali, anzi, è segno di ottima salute di VenetoStato, perchè dimostra che c’è fiducia nelle possibilità di questo partito di incidere sulla realtà politica veneta, e anche profondamente.
Ricordo persone che avevano paura anche solo ad andare a votare nei gazebo per le elezioni del Parlamento della Padania del 26 ottobre 1997, a cui partecipai come candidato.
Vedere oggi che ci sono centinaia di persone impegnate attivamente e a viso aperto, con tanto di nome e cognome, nelle elezioni interne di un partito dichiaratamente indipendentista, peraltro poche settimane dopo le minacce napolitane, è una cosa che fa piacere e infonde ottimismo.
Peraltro penso che sia necessario e imprescindibile un confronto interno, anche duro, purché improntato al rispetto umano reciproco -che vuol dire: non vado d’accordo con te, con i tuoi metodi o con le tue visioni ideologiche, ma sono pronto a riconoscerti la buona fede indipendentista, cioè possiamo fare insieme il pezzo di strada che ci deve portare all’indipendenza veneta, perchè su questo punto siamo perfettamente d’accordo-
Sta giustamente finendo anche da noi l’epoca dei partiti che pretendono di dare una risposta unitaria su ogni aspetto della vita quotidiana; finalmente stiamo arrivando ad avere democrazie interne che mettono in luce le differenze senza diventare premessa di spaccature (ci si spacca quando le differenze vengono costrette in gabbie rigide). In questo senso VenetoStato dimostra ancora una volta di essere più avanti degli altri, basti pensare a quel partito ormai in crisi strutturale che è la Lega Nord. Spero che la crisi della settimana scorsa e le lezioni che ne stanno emergendo vengano comprese e apprezzate da tutti i soci.
Viva San Marco!
@ Lodovico
Tutti i soci, senza distinzione, hanno diritto di voto in Maggior Consiglio (art. 11, commi 1 e 2, dello Statuto)
Per quanto riguarda la tua posizione, sai come la penso. Considerarti decaduto è illegittimo, ma rimettere da parte tua l’incarico alla votazione assembleare sarebbe la cosa migliore, per evitare voti di sfiducia che inasprirebbero il confronto.
Lo dico con il massimo rispetto per chi sei e per quanto hai fatto. Ripeto: massimo rispetto per te, Lodovico, hai già compiuto un grande gesto accettando, per il bene di VenetoStato, di andare a Vicenza.
Adesso manca un altro piccolo grande gesto, a mio parere, che non sarebbe verso il presidente o coloro che ne hanno sostenuto le posizioni o il suo “team di legali” o che altro; è un gesto verso tutti i soci di VenetoStato, in primis quelli che sono pronti a sostenerti nella tua rielezione.
Vedito che pian pianin anca chi che no capisse gnente comissia a capire e a rajionarghe sora? Grassie
Gianluca te si come el prezzemolo …..:-))
[…] http://www.venetostato.com/wordpress/2011/10/il-segretario-breve-autobriografia/ […]
Ciao Ludovico,
Come affermavo durante il nostro ultimo incontro, assisto a una degenerazione involutiva del partito, che non mi piace per nulla.
Dovremmo essere uniti per l’indipendenza, invece due opposte fazioni, stanno letteralmente separando in due tronconi i militanti.
Cui Prodest ?
Io affermo, come ho detto anche nel blog a voi avverso, una sola parola : UNITA’ !!!!
http://www.venetostato.org/2011/non-vogliamo-un-veneto-stato-solo-anti-leghista/
Altrimenti all’indipendenza non ci arriveremo neppure nel 2150.
Spero che dal giorno dopo, chi risulterà vincitore al MC di Vicenza, lavorerà per estendere l’interesse per un progetto indipendentista, a ogni Veneto interessato.
A mi de sicuro no me prodesta propi par gninte. Femo sto MC e vedemo de riusir entrar in maniera ordina’.
RASENTATE IL PATETICO